domenica 26 luglio 2015

Expoltrepò in Ri.Ser.va - EXPO e Monte Alpe

patrocinio EXPO

    Come ogni estate, ormai da 9 anni, la Riserva Naturale apre il punto informazioni ed il Centro Visite.
Si tratta di un servizio offerto da ERSAF Regione Lombardia per dare al visitatore: informazioni sui sentieri e sugli aspetti naturalistici del Monte Alpe e del territorio, la possibilità di trovare materiale naturalistico e turistico, l’accompagnamento nelle visite guidate lungo i sentieri della Riserva.

Anche quest’anno saranno le guide dello studio naturalistico Volo di Rondine di Vera Pianetta ad occuparsene, ma con delle interessanti novità che rientrano nel progetto RI.SER.VA. appositamente redatto.
L'intero progetto ha ottenuto il patrocinio di EXPO 2015!

Escursioni e passeggiate in Oltrepò Pavese 1 e 2 agosto 2015 a Monte Alpe

1 - 2 agosto Eventi e sagre, manifestazioni in Oltrepò pavese - Escursioni a Monte Alpe
1 agosto
10:00 - 17:00
ore 10:30-12:30 e
ore 15.00-17.00
Escursione guidata
--
2 agosto
10:00 - 17:00
ore 10:30-12:30 e
ore 15.00-17.00
Escursione a tema: “Biodiversità e biowatching”
ore 11:00-12:00 e
ore 15:30-16:30
Laboratorio: “Farfalle e macrofotografia”
Per informazioni 3317697861 o via mail marco-ciccolella@libero.it

Escursioni e sentieri in Oltrepò Pavese - Monte Alpe 8/9 agosto 2015

8-9/08/2015 8 e 9 luglio 2015 Concerti musica mostra e tanto altro a Monte Alpe - Eventi e manifestazioni Oltrepò Pavese

sentieri per gite di educazione ambientale
Dove?
Presso la casermetta forestale sulla strada SP461 direzione Penice, 2 km prima del Passo.



Cosa???? 

agosto
10:00 - 17:00
ore 10:30-12:30 e
ore 15.00-17.00
Escursione a tema: “Canti e voci della Natura, ascoltare la foresta”
ore 11:00-12:00 e
ore 15:30-16:30
Laboratorio: “Orchestra della Natura”
Ore 10:30-18:00
Mostra fotografica
Ore 18:00-19:30
Concerto musicale
9 agosto
10:00 - 17:00
ore 10:30-12:30 e
ore 15.00-17.00
Escursione a tema: “Habitat prioritari”
ore 11:00-12:00 e
ore 15:30-16:30
Mostra fotografica guidata
Informazioni via mail: marco-ciccolella@libero.it
Telefono 3317697861

giovedì 23 luglio 2015

28 luglio e la Riserva di Monte Alpe

biblioteca Codevilla e Monte Alpe

Processionaria Pino (Thaumetopoea pityocampa)

La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa Denis & Schiffermüller, 1775) è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica.
processionaria-processonaria-bruco-bruchi-pino-quercia-cani-allergia-2-pini-quercie-querceCOS’E’ LA PROCESSIONARIA
La processionaria è un insetto lepidottero della famiglia dei taumatopeidi. E’ un parassita pericoloso soprattutto per pini (Pinus Nigra e Pinus Silvestris) e querce a foglia caduca (Quercus robur e Quercus peduncolata) anche se può, occasionalmente, colpire anche i larici, i cedri, i noccioli, i castagni, i faggi, i carpini e le betulle; le piante predilette dall’insetto sono, in ogni caso, giovani (2-5 anni).
L’adulto della processonaria è una farfalla con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con striature brune. La femmina è, in genere, poco più grande del maschio. La loro vita è molto breve, di solito non dura più di uno/due giorni.
L’insetto, una volta raggiunta la fase di maturità, fuoriesce dal terreno, di solito durante il mese di luglio. Le femmine sono le prime ad arrampicarsi sulle piante ad alto fusto, dove poi vengono fecondate dal maschio. A questo punto, il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova.
GLI EFFETTI SULL’UOMO E I RIMEDI CONTRO LA PROCESSIONARIA
Chi incautamente tocca questi bruchi processionanti o maneggia i loro nidi, o addirittura alcune foglie, dove possono trovarsi immagazzinate spoglie, peli e frammenti di peli dei bruchi, si accorge subito della loro proprietà urticante. I danni provocati dalla penetrazione dei peli di processionaria nella nostra cute possono essere modesti o assumere notevole gravità. Nella pelle dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso fortemente pruriginoso che può scomparire dopo qualche giorno; mentre conseguenze più gravi si hanno quando i peli o frammenti di essi, giungono a contatto con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.
In particolare, in caso di contatto con la pelle: Apparizione in seguito al contatto di una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sì sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli.
In caso di contatto con gli occhi: Rapido sviluppo di congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi). Se un pelo urticante del bruco arriva in profondità del tessuto oculare, si verificano gravi reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a cecità.
In caso di inalazione: I peli urticanti della processionaria irritano le vie respiratorie. Tale irritazione si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento delle vie respiratorie come si verifica per l’asma).
In caso di ingestione: Infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito, dolore addominale.
La prudenza dunque vuole che i bruchi processionanti non vengano mai toccati, né i loro nidi aperti; anzi, si suggerisce, una volta avvistati, allontanarsi immediatamente dalle piante infestate.
Chi dovesse presentare, oltre a sintomi localizzati, problemi generalizzati, quali per esempio malessere o vomito, dovrà essere portato subito in un ospedale.
La processionaria può portare a diversi problemi
In caso di dermatite: Lavare ogni vestito, maneggiandolo con i guanti, e scegliere la temperatura più alta possibile per il lavaggio. Lavare la pelle abbondantemente con acqua e sapone. Eventualmente è possibile far uso di strisce adesive per staccare i peli urticanti dalla pelle, come per una ceretta. Spazzolare energicamente i capelli se necessario. Consultare un medico in caso di eruzione cutanea grave.
In caso di congiuntivite: Gli occhi devono essere risciacquati abbondantemente per eliminare eventuali peli urticanti. Effettuare da un oculista un esame per vericare che non permangano residui di peli urticanti. I peli profondamente integrati nel tessuto oculare dovranno essere rimossi chirurgicamente.
In caso di dispnea: La valutazione dei sintomi respiratori va effettuata da un medico. Questo dispone un trattamento appropriato ai sintomi. Il trattamento può includere antistaminici, corticosteroidi e aerosol.
Consigli generali per combattere gli effetti negativi della processionaria
Non grattare la parte irritata, per evitare una infezione batterica dai germi presenti sotto le unghie o sulle mani. Mettersi sotto una doccia calda (l’acqua elimina i resti urticanti depositati sulle braccia o su altre parti del corpo). Evitare l’ammoniaca. Il prurito permane per almeno 5 giorni, le vescicole per 2 settimane circa. Il dermatologo potrà consigliare creme a base di cortisone (da mettere 2 volte al giorno) per calmare il prurito. Se si produce anche una reazione allergica, si possono prendere farmaci antistaminici per bocca (sempre su diretto controllo del medico specialista), per 4-5 giorni.
EFFETTI DELLA PROCESSIONARIA SUGLI ANIMALI
La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.
I sintomi che un cane presenta in questa spiacevole evenienza sono spesso gravi. Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco. In questi casi il padrone intuisce la gravità di quanto è successo, perché vede che il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale.
I peli urticanti del bruco della processionaria, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del animale, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
COME CURARE UN CANE CHE PRESENTA I SINTOMI DEL CONTATTO CON IL BRUCO DELLA PROCESSONARIA
La prima cura da apportare ad uno sfortunato cane colpito da processionaria consiste nell’allontanare la sostanza irritante dal cavo orale: per questo fine bisogna effettuare un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato.
Questa manovra non è sempre agevole, sia dal momento che il cane sta soffrendo e sia perché può essere per sua natura aggressivo; è dunque consigliabile fare uso di una siringa senz’ago con la quale poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca.
Dopo questo primo intervento bisognerà fare d’urgenza altre cure appropriate a seconda della gravità del caso, che soltanto il veterinario potrà eseguire.
processionaria-processonaria-bruco-bruchi-pino-quercia-cani-allergia
COME COMBATTERE I BRUCHI DELLA PROCESSIONARIA
I METODI DI LOTTA
In Italia dal 1998 la lotta a questo insetto è obbligatoria (Decreto Ministeriale 17.04.1998).
Questo pericoloso lepidottero può essere combattuto utilizzando diversi metodi: innanzi tutto con appositi pesticidi, coi quali sarà necessario irrorare le larve stesse e non i nidi: il bozzolo del nido di processionaria infatti neutralizza l’efficacia del pesticida. Per l’eliminazione delle larve morte, occorre comunque utilizzare la massima cautela; anche se il metodo migliore consiste certamente nel bruciarle, i residui carbonizzati risultano ugualmente urticanti, perciò è da evitare il rimanere sottovento o nelle vicinanze del falò, soprattutto con parti del corpo scoperte (compresi viso e occhi). Altri metodi di lotta si possono classificare come segue:
LOTTA MECCANICA: Consiste nella distruzione delle larve, tagliando le cime. Si avvolge il tronco con del cellofan (prima della discesa delle larve, che avviene in genere dalla seconda quindicina di febbraio alla prima quindicina di marzo), si distribuisce uniformente della colla entomologica e quando è satura la trappola si sostituisce.
LOTTA GUIDATA: Obbligatoria (D.M. 30/10/2007) e consiste nell’uso di feromoni per catture massali.
processionaria-processonaria-bruco-bruchi-pino-quercia-cani-allergia-2-pini-quercie-querce-processione-trappole-feromoni-lotta-combattereLOTTA BIOLOGICA E BIOTECNOLOGICA: La prima tecnica prevede l’uso di prodotti a base di Bacillus thuringiensis, ssp. kurstaki. Questa tecnica risulta difficile da attuare, o molto costosa, quando gli esemplari di processionaria infestanti sono di grandi dimensioni. Inoltre, vista la presenza di nidi sericei a protezione delle larve di processionaria, non è detto che tutte vengano raggiunte dal bacillo.
La seconda tecnica prevede, invece, l’uso di trappole sessuali (trappole a feromoni). Queste trappole rappresentano il miglior metodo di contrasto al lepidottero parassita. L’efficacia è dovuta sia alla cattura di molti maschi, che non riescono più ad uscire dalla trappola, sia al disorientamento degli stessi ad opera gdeli ormoni sessuali femminili della trappola. Le trappole si posizionano nei mesi di giugno e luglio, periodo di sfarfallamento degli esemplari adulti di processionaria, ed ogni 3-4 settimane va cambiata la pastiglia del principio attivo. Ogni 3-4 giorni va controllata la trappola per vuotare il contenitore dove vengono intrappolati i bruchi di processionaria.
Interessante è l’impiego della Formica rufa, uno dei pochi nemici naturali di questo lepidottero.
INTERVENTI CHIMICI: Uso di larvicidi contro il bruco della processionaria, come il diflubenzuron.
UTILIZZO DELLE ARMI DA FUOCO: É efficace, ma solo nel periodo da dicembre a gennaio, quando le larve si riuniscono nei bozzoli per sopravvivere alle basse temperature grazie all’effetto di gruppo. Non sono i pallini da caccia che le uccidono direttamente, ma sparando il bozzolo si lacera, il freddo penetra e l’abbassamento della temperatura uccide le larve di processionaria nei mesi successivi.
I VARI TIPI DI PROCESSIONARIA, LA PROCESSIONARIA DEL PINO (Thaumatopoea Pityocampa) E LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA (Thaumetopoea processionea)
LA PROCESSIONARIA DEL PINO
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un insetto dell’ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae. Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”. Questo artropode si trova nelle regioni temperate dell’Europa meridionale, nel vicino Oriente e perfino nell’Africa settentrionale. E’ uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. Le pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri.
La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell’anno, dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppelito sotto terra. Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto; trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte per deporre le uova. Ogni femmina di processionaria produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante. L’ammasso può contenere fino a 300 uova, dalle quali dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve. Le uova sono completamente ricoperte da scaglie provenienti dall’addome della femmina di processionaria. Nonostante la modesta dimensione, le larve di processionaria sono dotate di forti mandibole in grado di fagocitare i duri aghi già subito dopo la nascita. In poco tempo, spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento.
I bruchi di processionaria vivono in gruppo. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l’inverno. L’attività riprende in primavera e le processionarie, in genere verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo. Trovatolo, lì si interrano ad una profondità variabile di circa 15 cm. Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può prolungarsi anche per uno o più anni. L’insetto, raggiunta la maturità e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo. La processionaria adulta è una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con delle striature marroni; la femmina è solitamente di dimensioni lievemente maggiori del maschio. La loro vita è molto breve: non più di 2 giorni.
Le femmine sono le prime a recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove vengono in seguito fecondate dal maschio. Il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova e il ciclo ricomincia.
LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA
Gli adulti della processionaria della quercia sono farfalle notturne molto simili alla processionaria del pino. Le larve sono di colore grigiastro e anch’esse fornite di peli altamente urticanti. Tali bruchi compaiono in aprile, hanno un’attività più intensa nelle fasi crepuscolari e notturne del giorno e si spostano per alimentarsi formando processioni irregolari. Durante il giorno le larve si riparano dentro nidi appiattiti costruiti sui grossi rami o alla base del fusto della pianta colpita dal parassita: la quercia a foglia caduca.
Falena di processionaria della quercia Concluso lo sviluppo larvale, avviene l’incrisalidamento entro un nido definitivo, solitamente posto lungo il tronco della pianta ospite. La metamorfosi porterà ad una nascita di una nuova falena tra luglio e settembre. I problemi causati dall’insetto della processionaria della quercia sono equivalenti a quelli della processionaria del pino. Per informazioni sui metodi di interventro contro tale insetto valgono le stesse date per la processionaria del pino.
processionaria-processonaria-bruco-bruchi-pino-quercia-cani-allergia-2-pini-quercie-querce-processionePARTICOLARITA’ SULLA “PROCESSIONE” DEL BRUCO DELLA PROCESSIONARIA
Lo strano modo di spostarsi di questo bruco ne ha addirittura dato il nome, esiste però una rilevante differenza tra i due tipi di processionarie, quello della quercia e quella del pino.
La marcia nella processionaria della quercia viene guidata da un bruco capofila, seguito da una seconda fila di bruchi disposti a coppia, questi a loro volta sono seguiti da una formazione di tre bruchi e ancora più indietro una formazione ordinata per quattro, e così via fintando che la processione si allarga anche con quindici-venti individui; dopo la massima ampiezza la processione decresce assottigliandosi man mano ad un solo individuo.
Nella processionaria del pino, invece, i bruchi usciti dal nido in cerca di alimentazione, si dispongono in fila Indiana, in modo che la testa dell’uno venga a contatto con l’addome di quello che lo precede, raggiungendo così processioni lunghe parecchi metri. E’ possibile inoltre che dallo stesso nido possono formarsi una o più processioni, anche con direzioni diverse
Entrambi, una volta sazi tornano a riunirsi ripercorrendo la traccia sericea lasciata all’andata.

Escursione “La formica rufa, storia di una lotta biologica” 25 luglio 2015 Monte Alpe


Escursione “La formica rufa, storia di una lotta biologica” 25 luglio 2015 Monte Alpe

Nel nostro paese la Formica rufa è una delle specie più rare e minacciate. Essa contribuisce al miglioramento delle caratteristiche dei suoli forestali, diffonde i semi delle piante ed è in grado di rimuovere i cadaveri di animali, evitando pure le infestazioni di altri insetti nocivi. Inoltre, vista la sua notevole abilità nel costruire nidi, è una specie interessante da osservare. 

http://www.waldwissen.net/wald/tiere/insekten_wirbellose/wsl_ameisen_faktenblatt/wsl_ameisen_faktenblatt_ameisennest_it_gross
Come le api e i bombi, le formiche sono uno degli ordini appartenenti agli imenotteri. Al mondo esistono circa 9’000 specie di formiche, delle quali 135 sono state reperite in Svizzera. Sette di queste specie sono riunite nel gruppo delle formiche rosse (Formica rufa). A livello Svizzero tutte assieme si trovano solo nel Cantone dei Grigioni. Le specie Formica aquilonia e Formica paralugubris sono presenti solamente nella Valle Monastero e in Engadina, le altre 5 specie si trovano in tutto il Cantone.
La specie del gruppo Formica rufa si differenziano tra l’altro dalla scelta sella stazione sulla quale edificano il proprio nido. La Formica rufa più piccola e la Formica rufa dei ceppi si insediano generalmente nel bosco, al margine del bosco oppure dove nelle siepi. Le formiche scure nei prati, mentre le altre tre specie vivono piuttosto nei boschi di montagna. Le specie forestali vivono specialmente nei boschi di conifere e di latifoglie ma a volte si trovano pure al di sopra del limite superiore delle foreste, a oltre 2’400 metri di quota.

I nidi delle formiche – piccoli capolavori di edilizia e di organizzazione sociale

Le formiche vivono in colonie poiché come singoli individui non sarebbero in grado di sopravvivere. Le formiche presentano tre forme differenti: le lavoratrici, le femmine e rispettivamente regine e i maschi (fuchi).
Al centro del nido si trova la regina. Essa è più grossa delle lavoratrici. Le regine giovani possiedono ali e sono le femmine addette alla riproduzione. Nei nidi della specie più grossa di Formica rufa si trovano in genere una o alcune regine, mentre nei nidi delle piccole formiche possono esserci anche alcune centinaia di regine. La maggior parte delle colonie di formiche sono formate dalle lavoratrici prive di ali. Esse, oltre che deporre le uova, svolgono tutti le mansioni principali: costruzione del nido, raccolta del cibo, nutrimento delle regine e delle covate, oltre che occuparsi della difesa. I fuchi in genere sono neri e sono sempre alati: vivono solo in primavera e all’inizio dell’estate e sono più grossi delle lavoratrici, ma più piccoli delle regine.
Il nido spesso viene costruito attorno a un tronco o a una ceppaia. Il cumulo di aghi rappresenta solo la parte sopra al terreno e quindi visibile del nido. La maggior parte del nido non è visibile trovandosi sotto terra. Nei luoghi soleggiati, in genere, i nidi sono più piccoli e piuttosto piatti per non essere troppo riscaldati. Nelle zone più ombreggiate essi sono più grossi e in genere piuttosto alti e ripidi. Per costruire la cupola, le lavoratrici raccolgono aghi di abete rosso e bianco, pezzetti di legno e rametti. Essi sono in grado di portare un carico equivalente a circa sei volte il proprio peso (il peso di una formica è in genere tra i 7 e i 10 milligrammi).
All’interno dei nidi si trovano numerose camere nuziali. Sulla superficie ci sono dei pertugi di entrata e di fuoriuscita, che in caso di pioggia o di freddo vengono chiusi. Se il tempo è caldo le aperture possono essere allargate per poter meglio ventilare il nido
In primavera, quando il sole incomincia a scaldare, inizia pure la vita all’interno della colonia. Le lavoratrici si riscaldano sulla cima del nido e trasportano questo calore all’interno dello stesso. Inoltre esse riparano i danni subiti dal nido durante l’inverno.

Le formiche comunicano chimicamente

La comunicazione tra le formiche avviene specialmente grazie alle antenne e alle numerose sostanze olfattive che le formiche secernono da diverse ghiandole. Su ogni singola antenna di una formica si trovano all’incirca 2’000 cellule sensoriali che sono in grado di riconoscere le sostanze odorose e le tossine presenti nel nido, e inoltre di misurare le temperature e la circolazione dell’aria presenti nel nido. La buona capacità di visiva permette loro di orientarsi con il sole e di marcare i percorsi utilizzati durante gli spostamenti.

La riproduzione delle formiche

Le formiche sono colonie gestite dalle femmine. Le regine svolgono il solo compito di deporre le uova. In primavera esse depongono le uova fecondate dalle quali si sviluppano le femmine e quelle non fecondate dalle quale si sviluppano i fuchi. All’incirca cinque settimane dopo la deposizione delle uova fuoriescono le formiche sessuate che si spostano verso la superficie del nido. Assieme intraprendono il volo nuziale accoppiandosi con le femmine. In seguito i maschi muoiono.
Le giovani regine perdono le loro ali e formano quindi il nuovo nido oppure s’insediano all’interno di un nido pre-esistente. Le riserve di seme delle femmine servono per tutta la loro vita. In estate le regine depongono solo uova fecondate, dalle quali si sviluppano le lavoratrici. Dopo due settimane fuoriescono le piccole larve, che non possiedono né occhi, né tantomeno zampe e antenne. Esse sono curate e nutrite dalle lavoratrici fino a quando s’impupano. Dalle pupe fuoriescono le giovani lavoratrici. Le pupe svuotate e gli altri residui sono espulsi e depositati al di fuori del nido.

Protezione e diversità delle specie nel bosco

Le formiche rosse si nutrono principalmente di melata, di nettare dei fiori e di insetti. La gran parte dell’alimentazione carnivora consiste in animali vivi come altri insetti, ragni oppure vermi. La Formica rufa consuma pure carcasse di animali ed è quindi considerata come lo “spazzino del bosco”. Il suo territorio di caccia in genere si estende fino a un massimo di 50 metri dal nido, area corrispondente a circa un ettaro. Una grossa popolazione, durante un anno di vita, può essere in grado di produrre all’incirca 200 litri di melata e di divorare fino a 28 chilogrammi di insetti. Tra di questi si trovano molte piante d’insetti che si nutrono di piante e che in caso di pullulazioni potrebbero infestare e danneggiare il bosco. In tal modo le formiche rosse contribuiscono alla conservazione del bosco.
I semi di molte piante possiedono una specie di pendaglio ricco di nutrimento chiamato “Elaiosom”, che le formiche mangiano molto volentieri. Gli insetti mordono questo ciondolo, perdendo così i semi durante il cammino di ritorno verso il nido, oppure lo abbandonano a terra, cosicché i semi delle piante vengono dispersi contribuendo all’aumento della diversità delle specie del bosco. Questo processo rappresenta peraltro un arricchimento dal profilo della disponibilità alimentare per la fauna selvatica. Le piante diffuse dalle formiche in questo modo sono ad esempio le violette silvestri, la colombina cava (Corydalis cava), il sigillo di salomone, l’anemone dei boschi e l’erba melica (Melica nutans). I boschi più poveri di formiche sono anche più poveri di queste piante.

Pericoli e misure di protezione

25 specie di uccelli che mangiano insetti fanno parte dei nemici delle formiche: tra questi spicca il picchio verde (figura 6) e il torcicollo. Le formiche si difendono efficacemente dai loro nemici utilizzando l’acido formico che emettono da un’apposita ghiandola e che sono in grado di spruzzare fino a un metro di distanza. Contro l’uomo questo strumento di difesa non è comunque sufficiente.
Le catastrofi naturali come le colate detritiche, le frane, gli incendi e le tempeste sono in grado di decimare le popolazioni delle formiche, ma di regola solo a breve termine. E’ tuttavia l’uomo la minaccia numero uno delle formiche, legata alla costruzione di strade, all’ampliamento delle zone edificate e a altre forme di utilizzazione degli habitat
normalmente occupati dalle formiche. Anche la disattenzione nei lavori forestali e le manipolazioni dei nidi da parte di curiosi possono disturbare o danneggiare i nidi, oppure modificare il clima all’interno degli stessi, impedendo alle formiche di svilupparsi. I lavori di costruzione di ogni genere possono danneggiare le formiche o compromettere i loro habitat, rendendoli inadatto per le formiche.
Una selvicoltura naturalistica presta attenzione al mantenimento di questo importante habitat ricco di specie di piante e animali, tra i quali troviamo pure le specie di formiche rare e minacciate. Queste hanno bisogno di ambienti dove i raggi del sole possano raggiungere il terreno e nei quali subiscano dei disturbi da parte dell’uomo che siano ridotti al minimo. I forestali possono favorire la penetrazione della luce fino al suolo. Anche nella costruzione di strade e di piste e nell’abbattimento e nell’esbosco degli alberi, oppure nella creazione di aree di svago o per grigliate è indispensabile prestare attenzione alla presenza di nidi di formiche.

 

domenica 19 luglio 2015

Monte Alpe e la Formica Rufa

Percorrendo i sentieri del Parco, attraverso le formazioni boschive di conifere, è possibile osservare grossi cumuli [foto] di aghi e detriti vegetali che costituiscono i nidi di formiche particolarmente interessanti nel campo della lotta biologica.
Sull'arco alpino italiano sono presente quattro specie di questi Imenotteri, molto simili dal punto di vista ecologico e morfologico, che vengono indicate come formiche del gruppo Formica rufa.
Queste formiche presentano una complessa vita sociale. La parte più cospicua della popolazione è rappresentata dalle operaie che svolgono diversi compiti: procurare il cibo, effettuare la manutenzione del nido e difenderlo dagli aggressori, accudire le uova e le larve, nutrire le regine.
Le regine sono femmine fertili e inizialmente provviste di ali. Terminato il loro sviluppo abbandonano il nido e vengono inseminate dai maschi durante il "volo nuziale". Questi ultimi, dopo l'accoppiamento, hanno una vita molto breve, mentre le regine si portano a terra per fondare un nuovo nido o in un nido già esistente. Strappatesi le ali iniziano subito a deporre le uova dalle quali schiuderanno in prevalenza operaie.
Foto formica rufaLa differenziazione nelle tre caste (operaie, maschi, regine) è controllata da vari fattori, fra cui la temperatura alla quale vengono deposte le uova, il tipo di nutrizione larvale, la quantità di operaie presenti nel nido, la presenza o meno di regine.
I nidi della Formica rufa possono raggiungere le dimensioni di un metro di diametro alla base per un metro di altezza, con una popolazione di 500.000 - 1.000.000 di individui. La parte emergente viene detta acervo e viene utilizzato quando le condizini climatiche sono più favorevoli, mentre le parti più profonde della struttura sono abitate durante l'inverno.
L'importanza di queste formiche nel mantenimento degli equilibri ecosistemici è legata alla straordinaria quantità di Insetti e Artropodi che vengono catturati per il fabbisogno alimentare del formicaio (decine di migliaia al giorno). Sia in Italia che all'estero sono stati effettuati positivamente dei trapianti di formicai in zone infestate da insetti nocivi, dimostrandone così l'efficacia anche nel campo della lotta biologica.

Pic nic e aree verdi in Oltrepò

 EVENTI nell’ESTATE
 Oltre le escursioni nella Riserva di Monte Alpe




Molte altre le attività in programma previste dal progetto RI.SER.VA. nei weekend a Monte Alpe per tutta l’estate fino al 23 agosto, con interessanti novità di carattere naturalistico, artistico e culturale tramite eventi speciali: le PROIEZIONI, una ESCURSIONE DI LUNGA DURATA, la MOSTRA FOTOGRAFICA, il CONCERTO IN FORESTA, il PIC NIC DI FERRAGOSTO, l’ESCURSIONE DI FINE ESTATE.

26 luglio 2015 Escursioni gratuite a Monte Alpe

Attenzione Avviso per raggiungere il Centro visite di Monte Alpe

La strada che collega Varzi al Monte Penice sarà chiusa per gara automobilistica il giorno 26/07/2015 dalle 10:00 alle 17:00 circa.

Tra Menconico e i 3 Passi

26/07/2015 Manifestazioni in Oltrepò Pavese - Escursioni Monte Alpe

Escursione nella RISERVA NATURALE DI MONTE ALPE
26 luglio
10:00 - 17:00
ore 10:30-15:30
Escursione di lunga durata
--
Per informazioni e dettagli 3317697861
Le Guide vi accompagneranno nella Riserva di Monte Alpe per tutta la giornata di domenica 26/07/2015 
 
 
 

25 luglio 2015 Eventi e escursioni sui sentieri dell'Oltrepò Pavese, Monte Alpe

Weekend di Escursioni a Monte Alpe
Escursioni Gratuite nella riserva di Monte Alpe!

 
Per informazioni 3317697861 
 
 
25 luglio
10:00 - 17:00
ore 10:30-12:30 e
ore 15.00-17.00
Escursione a tema: “La formica rufa, storia di una lotta biologica”
ore 11:00-12:00 e
ore 15:30-16:30
Laboratorio: “Tracce e impronte degli animali”
 

lunedì 13 luglio 2015

25/07/2015 26/07/2015 eventi e manifestazioni in Oltrepò Pavese

Escursioni a Monte Alpe, terzo atto!

 Informazioni: 3317697861


5 luglio
10:00 - 17:00
ore 10:30-12:30 e
ore 15.00-17.00
Escursione a tema: “La formica rufa, storia di una lotta biologica”
ore 11:00-12:00 e
ore 15:30-16:30
Laboratorio: “Tracce e impronte degli animali”
26 luglio
10:00 - 17:00
ore 10:30-15:30
Escursione di lunga durata
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domenica 12 luglio 2015

Le sorgenti pietrificanti (habitat prioritario)

le sorgenti pietrificanti (habitat prioritario)

Monte Alpe è SIC Sito di Importanza Comunitaria, le sorgenti pietrificanti (habitat prioritario)


Monte Alpe è SIC Sito di Importanza Comunitaria,  le sorgenti pietrificanti (habitat prioritario)
L'elevata biodiversità della riserva permette di osservare numerose specie floristiche e individuare le tracce di molti animali.  Ambienti rilevanti sono la pineta, il bosco di latifoglie, il castagneto (habitat prioritario), le specie floristiche rare nella zona di pascolo (habitat prioritario) e le sorgenti pietrificanti (habitat prioritario). Interessanti inoltre gli aspetti di ingegneria naturalistica applicata e la lotta biologica con la Formica Rufa.
Le sorgenti pietrificanti sono localizzate nella parte bassa della Riserva











 
 Per informazioni ed escursioni chiama il 3317697861

Monte Alpe è SIC Sito di Importanza Comunitaria, il castagneto (habitat prioritario)

Monte Alpe è SIC Sito di Importanza Comunitaria,  il castagneto (habitat prioritario)

L'elevata biodiversità della riserva permette di osservare numerose specie floristiche e individuare le tracce di molti animali.  Ambienti rilevanti sono la pineta, il bosco di latifoglie, il castagneto (habitat prioritario), le specie floristiche rare nella zona di pascolo (habitat prioritario) e le sorgenti pietrificanti (habitat prioritario). Interessanti inoltre gli aspetti di ingegneria naturalistica applicata e la lotta biologica con la Formica Rufa.

Il Castagneto si trova localizzato nella parte bassa della Riserva di Monte Alpe 














Per informazioni chiama il 3317697861 


Escursioni Monte Alpe 2015 dove??



sentieri per gite di educazione ambientale
Dove?
Presso la casermetta forestale sulla strada SP461 direzione Penice, 2 km prima del Passo.


sentieri per gite di educazione ambientale
I servizi del centro visite e le escursioni guidate sono GRATUITI e non necessitano di prenotazione
Il servizio è finanziati da ERSAF di Regione Lombardia.

Progetto Ri.ser.va Monte Alpe 2015

Ri-scoperta, Ser-vizi, Va-lorizzazione.
Il programma previsto nell’estate 2015 prevede infatti un percorso di valorizzazione della Riserva Naturale di Monte Alpe per dare maggiore visibilità ad un ambiente unico in Lombardia e l’altrettanto speciale contesto dell’Oltrepò Pavese. L'intento è sensibilizzare ad una fruizione più consapevole dell'ambiente naturale, fornendo servizi specifici e puntuali. Questa modalità di presentazione della Riserva Naturale porta a riscoprire e notare i singoli aspetti che rendono Monte Alpe un luogo di interesse comunitario.
RI. Perché Riscoprire?
Perché in generale l’Oltrepò Pavese è conosciuto di nome quasi unicamente per l’ottima eno-gastronomia, mentre pochi conoscono la possibilità di fruire di meravigliosi paesaggi e pochissimi sanno della presenza di eccellenze naturalistiche, come endemismi e specie uniche in Europa.
La Riserva Naturale del Monte Alpe rappresenta proprio un luogo d’eccellenza dell’Oltrepò Pavese, per questo è il punto adatto per divenire centro di partenza del processo di riscoperta dell’Oltrepò Montano. Ancora poco conosciuta, la Riserva Naturale merita invece grandi attenzioni,
1. sentieri adatti a sport, passeggiate, collegati a altre zone interessanti
2. sede di antica viabilità (liguri, via del Sale, via di pellegrinaggio)
3. è tutelata un’altissima biodiversità (presenza di tante specie anche rare)
4. è SIC con 3 habitat prioritari per la Rete Natura 2000
5. ha una gestione particolare in equilibrio tra uomo e natura
6. sono presenti opere di ingegneria naturalistica
SER. Come operare i servizi?
La maggior parte delle caratteristiche che rendono Monte Alpe un luogo d’eccellenza sopra elencate non sono di dominio comune, ma appunto da scoprire e riscoprire. Il modo adatto per consentire che la popolazione locale ed i turisti abbiano la possibilità di farlo è una fruizione consapevole, guidata da servizi al visitatore che lo accompagnino alla riscoperta. E’ necessario per questo progetto che siano create situazioni che diano luce e risalto alla Riserva Naturale, in modo nuovo e invitante:
1. con personale qualificato e anche appassionato della zona
2. con un centro visite accogliente e interessante sia per esperti che per neofiti
3. con la differenziazione delle attività (escursioni a tema , laboratori didattici, mostre, eventi)
4. con serate di presentazioni in centri culturali di zone del basso Oltrepò
VA. L’obiettivo è valorizzare.
Il progetto RI.SER.VA. ha come obiettivo finale la valorizzazione della Riserva Naturale Monte Alpe, ma riteniamo che tale progetto potrebbe essere capofila di un più esteso piano di rivalutazione di tutto l’Oltrepò Pavese, secondo più di un aspetto. Come valorizzazione intendiamo il rendere evidenti le qualità della zona, sia dal punto di vista delle caratteristiche intrinseche, come quelle naturalistiche, paesaggistiche e storiche, che le possibilità di fruizione. Queste ultime, basandosi sulla ricchezza delle prime, possono originare interessanti forme di turismo consapevole non ancora sviluppate ed utili per un rilancio di tutto l’Oltrepò Pavese.